La mancata approvazione del Decreto Crescita ed i suoi effetti sul mondo calcio.

Il Decreto (legge) Crescita veniva pubblicato il 30 aprile 2019 con oggetto una serie di misure finalizzate alla ripresa della crescita economica e degli investimenti in Italia con successiva conversione in legge.

Si sostanziava su importanti agevolazioni fiscali per alcune categorie di lavoratori che lo resero quindi appetibile poi (molto) utilizzato nel calcio.

L’articolo 5 “Rientro dei cervelli” del Decreto Crescita, era stato originariamente pensato per favorire l’approdo in Italia di lavoratori residenti all’estero attraverso l’istituzione di un regime fiscale agevolato attivato dall’1 gennaio 2020.

Tale regime fiscale agevolato prevedeva una tassazione sul reddito, dei lavoratori provenienti dall’estero ed ivi residenti, al 25% rispetto al 45% ordinaria, solo in caso di permanenza in Italia per almeno due anni.

L’abolizione non si applicherà sul pregresso (pertanto i lavoratori giunti dall’estero negli ultimi quattro anni continueranno ad usufruire del precedente regime fiscale) ma inciderà su tutti contratti che verranno sottoscritto dall’1 gennaio 2024 ma resterà valido per coloro che abbiano completato un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale con un tetto del reddito massimo di 600.000,00 euro.

L’abolizione del provvedimento potrebbe quindi incidere negativamente sull’industria Calcio che si era trovata in (già) “deficit” a seguito della pandemia COVID che ha impattato negativamente sulle vite di tutti ed anche sui conti delle società di calcio e non.

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