La maestra d’asilo violenta commette maltrattamento e non “abuso dei mezzi di correzione”.

Gli atti di violenza esercitati da un’insegnante di scuola materna nei confronti bambini di 3 anni devono essere qualificati come delitto di “maltrattamenti in famiglia” (art. 572 c.p.) e non come “abuso dei mezzi di correzione e di disciplina” (art. 571 c.p.). La motivazione è tutto sommato semplice: negli anni il concetto di “mezzi di correzione” è ovviamente cambiato notevolmente, fino ad arrivare a non essere più accettabile la violenza come “mezzo di correzione”, nemmeno in forma molto leggera. E’ quindi evidente che non esistendo più la violenza come “mezzo di correzione” legittimo, di fatto non esiste nemmeno più l’abuso di tale mezzo (o comunque esiste sotto forme molto diverse). Quindi una maestra che sottopone i suoi bambini a violenze, siano esse fisiche o verbali, commette un reato di maltrattamento vero e proprio e non un semplice “eccesso” nell0’uso di metodi di disciplina.

QUI trovate l’intera sentenza, grazie a Quotidiano Giuridico.

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